Novembre 1992
L’ufficio dell’impiegato Sig. Blume
Quaranta fogli di appunti e gli studi perfetti
Prima mostra, presso la Galleria CareOf.
I quaranta fogli raccoglievano i pensieri, illuminati ed ottusi, di H. Blume, ex impiegato presso la Fachhochschule di Wiesbaden (Rft); quattro tavolini bassi incorniciavano altrettanti tentativi di ottenere, per via del paradosso e presunzione, la perfetta immagine di alcuni stati dell’intelletto e di altre due cose; un libretto delle Edizioni PulcinoElefante conteneva i disegni di Pasquale Campanella e presentava una breve dichiarazione sullo spazio scemo e le immagini cieche, le quali si trovavano schiacciate da un vetro per terra.
La mostra era una sorta di sentimento della ragion scettica dedicato all’arte.
Maggio 2015
Oggi
Un paesaggio in nove frasi
Oggi è una piccola opera poetico-visiale realizzata come libretto e come video. È il mio contributo alla mostra collettiva “La quadratura del libro”, a cura di Giovanni Bai (Museo Teo), presso la Libreria Menabò di Milano il 4 maggio 2015.
Il testo si compone di otto endecasillabi e un settenario finale. Ai testi si alternano nove inquadrature.
L’opera è un mio omaggio al viaggio in Brasile del 2014, la prima parte a Natal, la seconda a Belo Horizonte e Inhotim.
Come la mostra di Bai richiedeva, dentro vi sono anche i ricordi di quattro letture: Homo Faber (1957), di Max Frisch, per le metafore sui paesaggi in Grecia; La Jalousie (1957), di Alain Robbe-Grillet, per le piante dei tropici; Falsche Bewegung (1975), di Peter Handke, per la voglia di guardare e raccontare; Hölderlin (1979), di Roman Jakobson, per i paesaggi in poesia di Scardanelli.